Nel 2014, la World Federation of Neurology ha istituito la "Giornata mondiale del cervello", World Brain Day. Il tema della campagna di quest'anno è la malattia di Parkinson, che colpisce più di 7 milioni di persone nel mondo e ha notevole impatto sul movimento e su quasi tutti gli aspetti della funzionalità cerebrale; inoltre le persone con malattia di Parkinson possono essere particolarmente colpite dall'attuale pandemia di COVID-19.

Il cervello svolge un ruolo vitale nella comparsa dell'esperienza dolore. In effetti, solo il cervello decide se segnalare il dolore. Lo scopo del dolore è proteggerci. Ci sono fattori in ogni aspetto della nostra vita, oltre a danni ai tessuti o lesioni, che possono alimentare, indurre questa necessità di protezione. Sono, per esempio, le nostre convinzioni su cosa è che sta causando il nostro dolore, sentimenti o pensieri sul dolore in generale, timore del dolore, pensare che il nostro dolore peggiorerà e non recupereremo, e poi ci sono le informazioni che ci sono state fornite sul nostro dolore, le nostre precedenti esperienze di dolore personale o di dolore altrui, la nostra salute in generale, compresi umore, ansia e livelli di stress, sonno e stanchezza, il modo in cui funzionano i nostri sistemi nervoso e immunitario e persino i nostri geni. Il nostro cervello prende in considerazione tutte queste informazioni quando decide di mandare il segnale di dolore. Nel suo complesso, il dolore è meglio inquadrarlo come un'esperienza biopsicosociale che coinvolge un'interazione dinamica tra fattori biologici, psicologici e sociali.

Il dolore è uno dei sintomi più frequenti nella malattia di Parkinson e spesso influisce negativamente sulla qualità della vita dei pazienti. Circa il 30-50% dei pazienti con malattia di Parkinson avverte dolore. Non vi è consenso in merito ai meccanismi e alla classificazione del dolore nella malattia di Parkinson, ma si ritiene che una percentuale significativa del dolore abbia origini muscoloscheletriche. Esistono prove contrastanti sul ruolo dei trattamenti farmacologici nella gestione del dolore nella malattia di Parkinson e sono necessari ulteriori studi approfonditi prima di poter formulare raccomandazioni. Tuttavia, ci sono prove moderate che programmi di esercizio fisico che includono elasticità, rilassamento, camminare, nordic walking, danza e musicoterapia possono aiutare a ridurre il dolore e la disabilità e migliorare la qualità della vita nelle persone che soffrono di Parkinson.

Per ulteriori informazioni sulla Giornata mondiale del cervello e sull'insorgenza, il trattamento e la prevalenza della malattia di Parkinson: https://wfneurology.org/world-brain-day-2020

Fonte: sito EFIC, European Pain Federation

22 luglio 2020

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