Le società scientifiche italiane scrivono alla ministra del MUR Anna Maria Bernini

Su iniziativa di Scienza in rete sono state raccolte le adesioni di 97 società scientifiche operative in vari ambiti della ricerca (ma le adesioni sono ancora aperte e stanno man mano crescendo) per inviare una lettera al Ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini

Citiamo da Scienza in rete:

«L’università e la ricerca italiana hanno vissuto anni difficili, segnati da riduzioni di finanziamenti per la ricerca pubblica, dal calo del personale universitario per il mancato turnover, da un aumento delle posizioni temporanee, dall’emigrazione di giovani ricercatori italiani all’estero», scrivono i presidenti delle società nella lettera aperta riportata per esteso sotto l'articolo. «Solo in questi ultimi anni abbiamo avuto un recupero di risorse e l’opportunità offerta dai finanziamenti del PNRR destinati a università e ricerca. Si tratta, a nostro avviso, di un’opportunità da cogliere pienamente: il Paese ha l’occasione di ridurre il ritardo in questo campo rispetto ai maggiori paesi europei, e di stabilizzare per i prossimi anni la spesa per ricerca a un livello dello 0,70%-0,75% del Prodotto interno lordo».

Questo dovrebbe accadere da subito, vale a dire «dal prossimo bilancio dello Stato» scrivono gli scienziati, che citano espressamente i risultati del Tavolo tecnico istituito sotto il precedente governo che invita di fatto a rendere stabile il nuovo livello di finanziamenti che si raggiungerà con le misure previste dal PNRR, oltre a misure volte al reclutamento di nuovi ricercatori, potenziamento delle infrastrutture di ricerca e nuove procedure per la valutazione, eventualmente anche con un organo indipendente dedicato.

Per la precisione l'aumento finanziario dovrebbe essere, oltre agli incrementi già deliberati dal MUR, pari a «200 milioni per il 2023, 800 milioni per il 2024 e 2000 milioni per il 2025. In questo modo, nel quadro di un piano quinquennale di 10,4 miliardi, sarà possibile stabilizzare la spesa ai citati livelli del Prodotto interno lordo e accompagnare con risorse adeguate i cambiamenti introdotti nel reclutamento universitario dal recente Decreto Legge 36/2022, convertito nella Legge n. 79/2022».

Per il testo completo della lettera e la lista delle società scientifiche firmatarie clicca qui
Anche l'Associazione Italiana per lo Studio del Dolore ha firmato l'appello

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